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Presidenze di scambio?

di Sergio Acquilino

Il potere, diceva Andreotti, logora chi non ce l’ha.

Viene in mente questa frase mentre leggiamo il teatrino delle dichiarazioni, avances e controdichiarazioni sui prossimi presunti candidati a presidente del Consiglio Comunale di Savona.

E, per un pugno di voti, scopriamo l’inaspettata generosità di Toti che offre la presidenza del consiglio comunale, che sarebbe così utile per calmare gli appetiti della sua rissosa coalizione, addirittura alla minoranza dei 5 stelle.

Nella nostra ingenuità ci sorprendiamo davvero che Manuel Meles, già candidato sindaco di quel partito e destinatario della proposta, non la respinga decisamente al mittente ricordandosi della opposizione portata avanti per 5 anni contro l’amministrazione di centro destra e delle parole che, non più tardi di 7 mesi fa (3 marzo 2021), egli pronunciava con determinazione all’indirizzo del centrodestra: “Vedo tanta incertezza nel centrodestra. Questo dimostra il totale fallimento dell’attuale amministrazione. A prescindere dal nome del candidato sindaco non credo che il centrodestra cambierà le politiche attuate in questi cinque anni, che sono state disastrose. La messa in discussione della candidatura della sindaca Caprioglio è una critica interna all’operato della maggioranza” (https://www.primocanale.it/notizie/elezioni-savona-meles-m5s-senza-idee-comuni-ci-presenteremo-da-soli–228621.html).

Ora Meles dal profilo facebook del Movimento 5 stelle si mostra indignato dalle “malelingue” che griderebbero ad un accodo tra lui e Schirru in cambio della poltrona da presidente del consiglio comunale, anche se poi le sue parole, nel “prendere atto” (sic!) della volontà politica di Toti, risultano molto ambigue ed alimentano i sospetti.

Noi non ci accoderemo alle malelingue anche se, per citare nuovamente Andreotti, “a pensare male si fa peccato, ma (a volte) ci si azzecca”, e crediamo alla buona fede di Meles.

Certo è, però, che se egli volesse smentire con decisione queste malelingue dovrebbe fare qualche sforzo in più di quelli fatti finora e respingere la proposta di Toti, rivendicando i precedenti 5 anni di opposizione verso le fallimentari politiche dell’amministrazione di centrodestra.

Oppure, nel respingere con decisione le avances, potrebbe sfidare Toti non sul piano delle poltrone ma su quello programmatico, chiedendo che il centrodestra si faccia interprete dei progetti portati avanti dal Movimento in questi 5 ultimi anni.

O, ancora, potrebbe rivendicare l’equidistanza tra centrosinistra e centrodestra, tanto più che il Movimento 5 stelle a livello nazionale sembra fortemente orientato a sostenere nei ballottaggi i candidati del centrosinistra.

Staremo a vedere.

L’amarezza che però rimane, riflettendo su questa vicenda, è che la proposta di scambio di Toti e la successiva polemica sono pienamente organiche al contesto di decadenza ideale e politica in cui ci troviamo, dove i progetti e le proposte spariscono di fronte ai personalismi esasperati.

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