a cura di Fulvio De Lucis
Fineschi focalizza che se l’elasticità dell’esercito industriale di riserva è rigida e se l’offerta di lavoro è spaventosamente più ampia della domanda, ciò significa che anche il lavoro qualificato, che anche la potenziale capacità contrattuale del lavoro più sofisticato diminuisce fortemente perché capaci o meno abbondano.
Cioè: non esiste più una conflittualità basata sul fatto che, poiché questa qualità ce l’ho solo io, tu capitalista devi un po’ venirmi incontro; anche questo tende a scomparire, perché anche il lavoro da ingegnere è sottopagato per l’eccesso di offerta.
Potrebbe essere un processo di proletarizzazione complessivo e strutturale che stiamo vivendo senza efficaci risposte.
Al di là delle capacità contrattuali, quello che scompare è un concetto fondamentale dell’ideologia borghese, cioè il rapporto tra merito e realizzazione / guadagno.
Nell’ideologia borghese,rimarca Fineschi, era : più studi, più ti impegni e più avrai successo.
Ma nel capitalismo crepuscolare anche un lavoro altamente qualificato, un forte investimento in “capitale umano” come amano dire gli ideologi contemporanei, non necessariamente rende.
Il rapporto merito / lavoro / guadagno è uno dei concetti fondamentali dell’ideologia borghese, è un cardine di questo mondo ideale e va a frammentarsi e a spezzarsi.
Almeno come tendenza.
E allora ci chiediamo cosa significa essere persona.
Essere liberi, uguali, avere proprietà, avere capacità di decidere che cosa fare,come essere rappresentati…..
Anche nel modo di produzione capitalistico ci sono dei patti tra capitale e lavoro codificati in diritti, normative, costituzioni ecc…… capitale e democrazia delegata possono convivere anche se conflittualmente.
Ma quale è, oggi, la condizione strutturale perché questi individui / persone possano fare queste cose?
Nel mondo della produzione e circolazione di merci la condizione strutturale è che essi abbiano dei soldi; avere un reddito è la condizione materiale della pratica della personalità.
Essere libero nel mercato capitalistico vuol dire poter comprare quello che si vuole; ma se non si hanno i soldi non si può comprare niente.
Essere uguali vuol dire poter fare quello che fanno tutti gli altri, ma se non si hanno soldi non si può praticare questa uguaglianza, perché mancano le condizioni materiali.
Fineschi estremizz ? Non credo. Evidenzia che:
la carenza di lavoro e di reddito mette in crisi materialmente il concetto di persona, in quanto, se la pratica della personalità passa attraverso la disposizione di reddito, il non avere reddito crea la condizione materiale affinché non si possa essere persone.
Nella prospettiva del singolo individuo che cosa si può fare per essere persone?
Avere un reddito. Come si può avere un reddito se non esistono le condizioni di impiego?
Addirittura non sei persona, ma migrante, clandestino, disperato, extra qualcosa, altro, fuggitivo, anche nel linguaggio dei media e dei politici, e ti va bene se ti salvano o accolgono e soccorrono.
Interessante l’inizio di una dinamica, strutturale, per cui molti individui sono propensi ad avere un reddito in maniera illegale; illegale non vuol dire semplicemente lavorare in nero, ma vuol dire anche raccomandazione in senso lato, assistenzialismo, clientela, baratto politico, avere grazie a…..
Dinamiche, non nuove, che permettono di essere persone avendo un reddito; ma per avere questo, si viola il concetto stesso di persona, perché non si rispetta, nemmeno a livello formale, la libertà ed eguaglianza delle altre persone. Per avere un reddito e praticare la propria libertà ed eguaglianza si attuano delle pratiche che violano libertà ed eguaglianza.
Secondo Fineschi, ciò è necessario in quanto “lo stesso sistema che crea l’ideologia della persona, determina condizioni materiali per cui sia strutturalmente impossibile che tutti diventino persone. Diventa dunque una pratica di massa la violazione della personalità per essere una persona.
È una dinamica contraddittoria che culmina nella distruzione ideologica del concetto di persona o quanto meno della sua universalità”.
Anche per questo si frantuma il patto capitale – lavoro, e questo modo di produzione ha sempre meno bisogno della democrazia, anche se delegata e contenuta.
In sostanza si svuota la partecipazione e il consenso, i controlli necessari e organizzati.
Siamo alla rappresentazione…….
Questa prassi sociale produce scenari inquieti perché, diciamo, ideologicamente diventano il retroterra di autoritarismi, anche impersonali, o di fascismi e razzismi in forme diverse dal passato ma simili se non uguali nella sostanza.