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Alcune superficiali considerazioni di un impotente spettatore

di Fulvio De Lucis

L’incarico a Mario Draghi di formare il governo non è stata una sorpresa.

Il classico coniglio estratto dal cilindro italico – europeo da parte delle così dette

“classi dominanti” non proprio concordi col primo governo Conte e con la seconda versione.

10 anni dopo ,dall’alto,Mario Draghi, ri-commissaria l’Italia.

Il 5 agosto 2011firma una lettera come presidente della Bce e Berlusconi va alle dimissioni portando Monti al governo e introduce come salvatore e Lord Protettore, misure antipopolari

tipo legge Fornero, sulle pensioni, ma con lacrimuccia, licenziamenti, precariato, l’art. 81 della costituzione introducendo il pareggio in bilancio, tagli alla sanità….

E Ulisse rivide Itaca, ma lasciando i proci….

2021,Draghi ritorna ed è presentato come l’uomo della salvezza per gestire la crisi del sistema partitico ridotto ad una guerra per bande,con in ballo il Recovery Fund ,per evitare un vuoto governativo in una emergenza drammatica e mettere insieme cocci di una sedicente classe politica che a dire cialtrona è essere teneri.

Penso che il fuoco contro sia iniziato già ai tempi del Conte 1, quell’esecutivo fu fatto dopo il fallimento di Cottarelli il tecnocrate mortifero, e Bruxelles non vedeva bene al governo gente considerata populista, un orrore per europeisti nostrani e mondo delle imprese e della finanza.

Ricordate il veto a Savona come ministro dell’economia? Ci fu l’inserimento di uomini graditi al quirinale, almeno tre ministri, e il governo Conte decollò.

In quel contesto vennero introdotte due misure in controtendenza come Quota 100 e il Reddito di Cittadinanza. Forse tollerato in attesa di tempi adatti….

Ma anche il secondo governo Conte (quello che si reggeva su Pd, M5S, Leu) non era molto

benvisto dagli apparati di comando europei nè da Confindustria, anzi.

L’unica garanzia in certi ambienti, era il Pd che aveva ancora Renzi, che fu decisivo nella formazione del Conte bis. A settembre del 2019 nascerà ufficialmente

Italia Viva ( il sito e il simbolo erano registrati già dal 9 agosto).

La mossa che consentì al Conte bis di poter procedere fu il sostegno offerto dagli europarlamentari del M5S nella contrastata elezione di Ursula von der Layen a presidente della Commissione

Europea (vinse per soli 9 voti).

Probabilmente il secondo governo Conte ebbe ostilità degli ambienti che avrebbero voluto la soluzione Cottarelli (o meglio Draghi) sin dal 2018.

E’ il caso dei giornali della cordata Fca/La Repubblica/LaStampa o del gruppo de La 7, che sin dall’inizio hanno sparato contro il Conte bis, soprattutto ogni volta che veniva evocato lo spettro del MES sul quale Conte glissava troppo. Poi c’è stata una tregua.

Nel 2020 in cui in Italia irrompe l’emergenza coronavirus sulla quale tutti procedono a tentoni.

Non conoscono il virus, non hanno esperienza di piano anti pandemici,in uso quelli vecchi di anni.

È concesso credito al governo Conte per affrontare l’emergenza e nella prima fase il

governo se la cava quasi decentemente. Strappa a Bruxelles i miliardi del Recovery Fund

ma glissa ancora sul Mes. Conte acquisisce popolarità e approfitta della situazione per

affermare una propria credibilità personale, anche a discapito della visione di maggioranza nel governo.

In quel contesto, Mario Draghi prende la parola il 26 marzo del 2020 sulle pagine del

Financial Times, e sostanzialmente sostiene le scelte espansive che vengono fatte a livello

europeo e quindi anche in Italia. Mette solo in guardia sul fatto che i debiti che si vanno

accumulando andranno ripagati.

Ma già prima dell’Estate 2020 il credito al governo sembra esaurito e il

cannoneggiamento dei nemici contro Conte riprende. Sul Mes ogni volta che è possibile,

sull’uso personale della comunicazione mediatica nella gestione dei DPCM e nel ricorso

stesso ai DPCM.

Lo stesso Draghi, ad agosto, viene incensato dai mass media e dalla “politica” in occasione

del suo intervento al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini.

Sul Recovery Fund fa il ragionamenti, quello dello scontro intergenerazionale.

La mia traduzione: le “politiche per favorire i giovani” hanno creato semplicemente un mercato del lavoro senza più diritti, con salari bassi, pensioni sempre più tardive e assegni insufficienti; una sanità semi-privatizzata (quando va bene), un’istruzione ridotta a quiz, analfabetismo funzionale e ripresa dell’emigrazione, ecc.

I “giovani” degli anni ‘90, quelli che dovevano beneficiare di quelle politiche, stanno ora

avvicinandosi alla pensione come al patibolo per usare un’immagine ottimistica.

Ma proprio su questo tasto, torna a battere Mario Draghi, uno dei portavoce più autorevoli dei “mercati”.

Le incertezze e le mezze misure adottate nella seconda ondata dell’emergenza pandemica,

offrono materia abbondante ai contro Conte e il suo governo.

Invece di contenere i presidenti delle Regioni – che creano sistematicamente il caos sulle misure

restrittive – comincia un tiro al bersaglio sull’esecutivo.

All’interno ci pensa Renzi, incaricato e incaricatosi di fare il “lavoro sporco”.Non saprei dire cosa ci guadagnerà ma lo fa e con determinazione, forse il poker gli prende di mano ma innesca la crisi.

Un gioco sporco fino alla nausea, un lavoro facilitato dalla cialtroneria di una classe al degrado

che non ha diffuso onestà e trasparenza ma inconsistenza e pressapochismo che si sono ben presto sincronizzati con l’avventurismo e trasformismo già ben presenti in parlamento.

Una non classe dirigente incapace di gestire partite decisive come il superamento dell’emergenza pandemica e la gestione del Recovery Fund per la “ ripresa economica ”.

La crisi si avvita e la classe politica è stordita e imbelle nel trovare soluzioni.

Non si trovano parlamentari disponibili a fare da stampella al governo, si assiste a cambi di

casacca comico – tragici, il governo un porta a casa la fiducia e poco dopo è costretto a dichiarare la propria crisi.

Insomma un esecutivo indebolito dall’interno, in crisi di credibilità e

sottoposto a quelle “pressioni dei mercati” che, invisibili e indecifrabili come sempre,

segnano come nel 2011 il capolinea dei governi che non sono allineati e coperti con i diktat della Commissione Europea, sia quando c’è da stringere che quando c’è da allargare i cordoni della borsa.

Una crisi e delegittimazione portata fino alle sue estreme conseguenze,

quelle che portano ad invocare “la soluzione inevitabile”.

E Mario Draghi pronto a dire di sì come Lord Protettore.

C’è stato l’ultimo atto, con il sipario su Conte abbassatosi il 26 gennaio 2021.

Lo convincono a dimettersi per ottenere il re-incarico per un Conte Ter.

Ma era evidente che questo non ci sarebbe mai stato.

Colpo di teatro di Mattarella che prende atto del fallimento della missione esplorativa Fico e qualche minuto dopo fa sapere di aver già convocato Draghi al Quirinale.

Come dire le nozze si fanno con i confetti e non con i fichi secchi.

Vedremo come questa operazione andrà ,quali scelte su MES, Reddito di Cittadinanza, pensioni, welfare etc….

Il modello sociale europeo Draghi lo aveva già liquidato come insostenibile nei primi mesi del suo incarico alla Bce.

Ovviamente alcune cose sono cambiate in questi 10 anni, ma la posizione di subalternità dell’Italia ai diktat della Commissione Europea no.

10 anni fa affondarono Berlusconi e commissariato lo stivale, Draghi continua a volare e plana

sugli sciacalli politici che si sbranano tra loro con delle istituzioni inscheletrite e scarnificate.

Foto di moerschy da Pixabay

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