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La Savona di Sinistra

di Pino Raimondo

Savona operosa vive con fiducia e serenità il proprio tempo? Forse, se ritrova se stessa.

Savona antica città a tratti nobile, a tratti scostata e ritrosa, a tratti vivace e curiosa, a tratti stanca e depressa, come i suoi abitanti, come la sua gente, ricca di storie, di tradizioni, di aspettative.

LA SINISTRA E I SERVIZI SOCIALI

Savona inventa la più formidabile, e mai più eguagliata a nessuna latitudine, delle risposte al terrorismo. Senza corpi speciali e squadre super fa tacere le bombe, le disinnesta col semplice esserci. La sua gente esce di casa, si organizza, si parla e si capisce. Ci si guarda negli occhi ed è vincente la solidarietà, l’uguaglianza: non si è di parte, si è parte della città. Ed inizia un tempo di partecipazione: i quartieri, le circoscrizioni, il potere del Comune più vicino, più a casa. Non la rivendicazione di qualcosa che qualcuno con sopraffazione mi ha tolto, e non capisco nemmeno perché, ma un diritto, un bene che forse è di tutti, è comune e pertanto anche mio. E sono i servizi sociali, gli asili nido, le scuole d’infanzia, i consultori, le mense…Si sta meglio quando si sta insieme: sono, questi, servizi che mettono insieme, che ci accomunano e noi individui diventiamo qualcosa di più, un gruppo, una compagnia, una comunità. Ma poi vengono i bilanci, gli equilibri finanziari, i tagli e i servizi diventano nuovamente individuali, e siamo nuovamente a rivendicare.

LA SINISTRA E L’URBANISTICA

Savona inventa un suo modo di aprirsi e di accogliere: in tanti siamo venuti, nel Novecento e prima, dalle riviere e dall’entroterra, dal Veneto, dalla Toscana, dalla Lombardia, tantissimi dal Piemonte e poi dal Sud e dalla Sardegna e Savona si è ingrandita. Nuovi edifici, in verità non sempre belli, e strade e traffico e trasporti e confusione e tanta vitalità. Allora Savona ha saputo e voluto guardare a ponete di Zinola, lo aveva già in testa dalla fine dell’Ottocento, al di là di Legino verso Vado e Quiliano, oltre la Madonnetta verso le Albisole e mettere insieme idee, progetti, modalità, intese perché possa esserci sviluppo sì ma equilibrato, possano esserci scelte oculate che non si chiudono nel recinto del mio orto, perché metterci insieme può convenire, può essere utile, magari anche per evitare di nuovo errori e sbagli che abbiamo fatto. Perché accogliere ci ha sempre reso più forti e più ricchi e migliori e oggi lo sappiamo quanto sia grande il mondo. Comprensorialità l’hanno chiamata. Si è persa, strada facendo.

LA SINISTRA E LA PROGRAMMAZIONE

Savona inventa, ed anche lo sperimenta, un meccanismo di confronto, e di intese, tra i tanti e diversi che stanno in città: lavoratori, imprese, commerci, arti, mestieri, professioni e ciascuno ha esigenze, interessi, cose proprie che spesso sono diverse, distinte, confliggono. Incontrarsi, parlarsi, discutere, anche litigare ed infine decidere: è il Comune, Sindaco Giunta Consiglio, che quasi sempre tira le fila, a volte non con pieno successo per altro. Intanto però sappiamo il chi, il come, il perché delle scelte e gli ostacoli e i freni. Abbiamo detto che questa cosa è qualità della città, qualità complessiva, democrazia. E un po’ ci piace poterne essere partecipi.

Savona è quelli che vincono a pallanuoto, quelli che trasformano il Priamar dalla ‘fortezza’ inaccessibile e ingombrante fardello della dominante genovese in ‘leggerezza’ delle sere estive tra spettacoli e frittelle, quelli che fanno cineforum e mostre d’arte, quelli che strusciano e si incrociano sotto le bacheche de L’Unità in via Paleocopa, quelli che affogano nei frappè di piazza Chabrol le fette di panissa di via Pia…

LA SINISTRA E SAVONA

Savona ha un cuore grande di generosità nella vasta area delle associazioni e del volontariato: ce ne sono talmente che viene da immaginare una persistente circolazione di uomini e donne e giovani ed anziani con le loro idee, aspirazioni, volontà, sentimenti tale da rendere il corpo della città minutamente ossigenato da vitalità ed energia. Non oggi. Oggi quella circolazione appare in affanno, in difficoltà, contrastata. Oggi la città pare orfana di queste, e molte altre, invenzioni e qualità; oggi smorta confusa ad un passo dal declino, oggi in apparenza senza una visione del domani, priva di guida e di confronto, oggi nella curva cieca forse il punto più acuto dello sbandamento da quando ha visto prima l’indebolimento e poi la scomparsa delle manifatture e dell’industria.

qualche perché

Eppure anche oggi li conosciamo i tanti che sono come quelli che se vedi uno che scivola e cade e prende una straccionata per terra prima ti scappa da ridere, ma subito dopo scatti e gli presti soccorso, gli dai una mano a tirarsi su, e ti sei accertato che non sia messo peggio e ti rendi conto che la cosa ti interessa davvero e te ne prendi cura. Ecco appunto gli dai una mano non tanto perché sei generoso ed altruista, forse lo sei anche, ma perché è nella natura umana, nella ragione che gli uomini hanno e che produce cultura e sapere, mettersi insieme, fare società e comunità, vincere le spinte potenti dell’egoismo, dell’odio e della violenza, far prevalere solidarietà su sopraffazione. E questo è un atto sociale di volontà, è il compito degli uomini e delle donne di buona volontà. È il lavoro che la Sinistra oggi ha di fonte a Savona e nel mondo che sempre più ha bisogno nel progresso di uguaglianza e giustizia sociale, ha bisogno di Socialismo.

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